Lavorare nel sociale può essere una sfida, ma anche un viaggio affascinante tra passione, relazioni e competenze. È proprio da qui che nasce Gran Bella Storia, un ciclo di eventi, dialoghi e narrazioni dedicate a chi lavora nell'ambito della cura e delle fragilità; pensato per dare voce a professionisti e imprese che ogni giorno si impegnano per migliorare la qualità della vita nelle nostre comunità.
Un nuovo spazio per raccontarsi
Il debutto di Gran Bella Storia è avvenuto a Bologna, il 20 novembre 2023, tra i bellissimi affreschi della Sala Marco Biagi in Santo Stefano. L'evento ha messo al centro le esperienze di chi, nel quotidiano, lavora in residenze per anziani, centri diurni per disabili, asili nido e in generale con persone in situazioni di fragilità come i migranti da poco arrivati sul territorio. Gran Bella Storia non è una conferenza, ma un momento di incontro, personale e autentico: testimonianze dal vivo, interviste, performance e musica hanno coinvolto ed emozionato il pubblico, che forse inaspettatamente ha iniziato a scoprire il mondo che si cela dietro i servizi di assistenza alle persone.
«Mi sono resa conto che c'è un mondo dietro... ed è quello che l'anziano riesce a darti e quello che riesci a essere tu per lui».
«Sento che questo lavoro è come un vestito fatto apposta per me».
E non mancano le parole anche di chi vive sulla propria pelle queste competenze e passione. Colpiscono particolarmente le parole della signora Lucia: «Questi ragazzi sono i nostri “Tiravanti”, io li adoro tutti quanti e li ringrazio».
Il tutto è stato facilitato da ospiti che toccano ogni giorno con mano il valore di questi lavori. Gio e Andre sono due fratelli influencer che sui social raccontano, riprendendo le loro parole, "una storia per chi non si accontenta di essere uguale e per chi non ha paura di essere diverso!". Invitati da Seneca, hanno visitato alcune delle molte imprese che operano sul territorio bolognese, per raccogliere interviste e racconti che hanno poi presentato durante la serata.
Altro grande ospite è stato Giovanni Antonacci, giovane artista bolognese che con grandissima sensibilità ha messo in risalto la straordinaria importanza che la formazione ricopre in quanto ambito.
L’obiettivo di tutto questo? Restituire valore al lavoro nel sociale, troppo spesso invisibile e screditato, e costruire ponti tra professionisti, aziende, cittadini e territori. In sala, operatori, educatori, infermieri, operatori socio-sanitari, coordinatori e dirigenti hanno condiviso storie che parlano di impegno e umanità, ma anche di sfide importanti e di come affrontarle.
Quando il lavoro cura (anche chi lo fa)
Uno degli elementi più forti emersi durante la serata è la peculiarità del lavoro di cura non solo per chi lo riceve, ma anche per chi lo offre. Lavorare nel sociale richiede competenze, resilienza e capacità relazionali impossibili da sviluppare senza vivere una trasformazione e maturazione della propria persona: strumenti che spesso si affinano sul campo, ma che meritano anche spazi di riflessione, riconoscimento e formazione continua.
«Lavorare nel sociale significa dare un contributo a costruire comunità solidali. E soprattutto dà un forte senso di appartenenza» come afferma il Direttore di Seneca Renzo Colucci.
Gran Bella Storia vuole raccontare ed essere tutto ciò, proponendosi come format itinerante e replicabile, dove le imprese possano creare comunità forti e condividere valori con l’esterno. La prima Gran Bella Storia, infatti, ha visto una fitta rete di realtà del bolognese come partner. L’iniziativa è stata patrocinata dal Comune di Bologna, con la collaborazione di Società Dolce, Maggioli, JOB, Aurora e UniMarconi.
Una storia infinita
L’idea non si ferma a Bologna: Gran Bella Storia è già pronta per essere raccontata altrove, toccando altre città, realtà e pubblici: un progetto che unisce narrazione e cambiamento, portando una nuova visione del lavoro sociale che sia anche desiderabile, sostenibile e pieno di senso.
Il mondo è pieno di gran belle storie che aspettano solo di essere raccontate, valorizzate e rese generative per creare un impatto concreto tanto in chi lavora nel sociale, quanto in chi ne gode.